Una casa su due può sfruttare il nuovo condono in Veneto
Fonte: https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/politica/19_dicembre_19/casa-due-puo-sfruttare-nuovo-condono-veneto-4f24b9d8-2237-11ea-81ec-d3322fee845d.shtml
Corriere del Veneto: 19.12.2019
VENEZIA In Veneto ci sono poco più di un milione di case. Stando ad una recente analisi dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, esattamente sono 1.057.000. Di queste, si stima che circa sette su dieci siano state costruite prima del 1977. Dunque, sarebbero circa settecentomila le abitazioni potenzialmente interessate alla sanatoria votata lunedì dal consiglio regionale, quella del condono relativo alle «piccole difformità edilizie». Più complicato è capire quanti siano i proprietari che potenzialmente potrebbero essere interessati ad applicare la norma. Il motivo? Si scoprono le irregolarità solo nel momento della vendita o della ristrutturazione, quando si è costretti a confrontare il progetto originale con la realtà, fatta di mattoni, acciaio, finestre e porte. Paolo Ghiotti, presidente regionale dell’Ance, ha una sua stima a riguardo. «Sicuramente il 65 o il 70% delle case costruite prima del 1977 presenta delle irregolarità, era prassi al tempo operare così – spiega -. Dunque, non mi stupirei se il provvedimento regionale potesse interessare circa mezzo milione di abitazioni, una ogni due». È questa dunque la prima stima dell’interesse che potrebbe generare la sanatoria, che comunque è limitata solo a vizi lievi: gli immobili abusivi non sono inclusi nel conteggio. Per «piccole difformità edilizie», s’intendono infatti quelle che comportano un aumento fino ad un quinto del volume o della superficie dell’edificio; comportano un diverso utilizzo dei vani o modifiche non sostanziali della localizzazione sull’area di pertinenza; non rilevano in termini di superfici o volume e non sono modificative dell’aspetto complessivo dell’edificio.
I geometri
La norma, che prevede il pagamento di una sanzione, accoglie consenso unanime nel mondo di chi lavora nell’edilizia. Paolo Vaccari è il presidente della consulta dei geometri del Veneto. «Un provvedimento che aiuta il cittadino e di riflesso il professionista – spiega il tecnico -. Spesso la gente si trova in possesso di immobili irregolari senza neppure saperlo. Un tempo era normale, dopo aver presentato il progetto, fare dei cambiamenti in fase costruttiva senza poi formalizzare una variante. L’agibilità poi arrivava comunque e a molti è toccato, quarant’anni dopo, di scoprire che il fabbricato non era più regolare». Dal punto di vista dell’indotto economico – e non solo in termini di flusso di cassa in ingresso per le amministrazioni pubbliche – potrebbe generarsi pure la «caccia al professionista». «Sicuramente servirà far analizzare documenti e controllare lo stato delle abitazioni – precisa Vaccari -. Superato questo scoglio, la norma agevola e di molto la regolarizzazione, rendendola meno insicura». Lato numeri, Vaccari propone la stessa stima dell’Ance. «Secondo la mia esperienza almeno una casa su due ha problemi di vario genere, questa operazione coinvolgerà davvero tante persone». «Ma soprattutto darà fiato alla filiera – chiude Ghiotti -. Ciò favorirà compravendite e ristrutturazioni e salvaguarderà il consumo del suolo».
La sanatoria dei sottotetti
Intanto, dopo il mini condono per le lievi difformità il consiglio regionale ha approvato un’altra sanatoria, quella relativa alla trasformazione dei sottotetti, fin qui utilizzabili solo come ripostigli e depositi, in veri e propri vani abitabili, camerette ad uso famigliare. Una legge che investirà molte abitazioni, anche di nuova costruzione, soprattutto in montagna dove le soffitte vengono già adibite in molti casi a camera. «Le condizioni sono legate ai parametri abitativi di illuminazione e di altezze media tra i 240 e i 220 – spiega il relatore Massimiliano Barison – inoltre i sottotetti dovranno essere adeguatamente isolati dal punto di vista termico anche per il contenimento dei consumi energetici. I Comuni, infine, entro 120 giorni potranno adottare eventuali esclusioni dall’applicazione su specifiche tipologie piuttosto che su parti del territorio».