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Risanata l’antica Loggia

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L’Arena 14.11.2014

Risanata l’antica Loggia
L’edificio ottocentesco affacciato su corso Guà e piazza Mazzini era stato chiuso e puntellato a causa di cedimenti strutturali 

Rinascono gli esterni della Loggia comunale e vengono tolti i sostegni agli archi dopo sette lunghi anni. Sono partiti nelle scorse settimane i lavori di restauro e consolidamento statico dell’ottocentesco Palazzo municipale che si affaccia su corso Guà, da un lato, e su piazza Mazzini dall’altro. L’intervento è stato reso possibile grazie ad un finanziamento di 136.500 euro all’interno del Pia-R, il Progetto integrato di area rurale. I lavori sono eseguiti dalla ditta «Fianelli srl» di Verona e verranno conclusi prima di Natale. Nel frattempo, il plateatico affittato dal Comune al bar «La Loggia» è stato sospeso.

Risale al 2006 l’allarme lanciato da alcuni cittadini per i cedimenti di parte delle strutture portanti e lo slittamento in basso di alcune pietre degli archi. In particolare, il secondo pilastro da sinistra, sulla facciata che dà su piazza Mazzini, si era abbassato di qualche centimetro. Il Comune intervenne e la Loggia fu puntellata e resa in parte inaccessibile. Il pilastro fu fasciato per contrastare il cedimento. Partirono i saggi sulle fondamenta per scoprire se erano ancora in grado di sopportare il peso del fabbricato. Si scoprì che negli strati profondi del terreno era presente una certa discontinuità, forse dovuta ai residui di un canale di scarico del castello medievale. Nonostante questo, però, le fondamenta erano sane. 
«Nel 2008, installammo i vetrini (strumenti per il controllo dei movimenti della struttura, ndr) per evidenziare eventuali nuove variazioni nell’assetto dell’edificio», ricorda il responsabile dell’ufficio tecnico Simone Malgarise. «Una parte di questi vetrini non si è mai mossa, alcuni si sono spostati in tutti questi anni solo di un millimetro: questo ci fa pensare che non ci siano né problemi di sprofondamento, né fragilità delle fondazioni». Il progetto di ristrutturazione, redatto dall’architetto Luigi Merlin di Cerea, prevede la pulizia, il consolidamento strutturale e la ricostruzione della parti in pietra mancanti o lesionate. Gli archi a sesto ribassato ad est e ad ovest verranno rinforzati mediante piastre collegate da una doppia catena in acciaio che rimarrà visibile. 
«Qualcuno griderà allo scandalo, ma questa è stata una specifica prescrizione della Soprintendenza, che ha preteso che l’intervento fosse reversibile», chiariscono dal Comune. Tutte le arcate perimetrali e i pilastri verranno consolidati e puliti, le pietre verranno ricucite con resine speciali. Il soffitto in legno verrà risanato e ripristinato. Le tre travi che costituiscono l’orditura principale verranno saldate mediante piastroni metallici. Infine, si provvederà a pulire e a togliere gli intonaci novecenteschi che hanno contribuito ad oscurare le pareti.
Una volta terminati i lavori, il quesito che rimarrà aperto sarà quello riguardante la funzionalità dell’ex municipio. Il palazzo, infatti, è inutilizzato dal 2005, anno in cui l’Unione Adige Guà si trasferì nell’ex scuola professionale di via Rinascimento. «Prima di renderlo fruibile è necessario intervenire per abbattere le barriere architettoniche e migliorare la toilette», chiarisce il sindaco Silvano Seghetto. «È difficile pronunciarsi sulle finalità di un edificio prestigioso come questo. Ritengo che debba diventare una sala convegni per i cittadini e per le aziende, in alternativa al teatro, troppo costoso da utilizzare e pulire», osserva il primo cittadino. 

Paola Bosaro